Quante arie si danno! - Roma - Manigoldilcartastorie

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Quante arie si danno! - Roma

MOSTRE > 2011
Bar PONTE TAZIO – Roma - 28 Luglio 2011 -
Con carte di ogni tipo e con le forbici, da anni mi piace creare divertissement e gioielli, lavorandoli a micro-collage, intaglio e intreccio - solo per citare alcune delle tecniche impiegate. Per le ventole in mostra ho lavorato anche con la rafia - naturale e non - con rametti di albero e con un poco di tulle, connubio che si è rivelato vincente (o almeno, lasciatemelo credere!).
Ecco, dunque, una serie di ventole preziose e femminili, secondo i dettami della moda del Settecento - così, in omaggio all'eleganza di allora, fiori esilissimi sbocciano sui fondi a intreccio o tremolano sulla punta di fili di rafia; non possono mancare le trine, i fiocchi né un clin d'oeil alle memorie del Grand Tour, quando viaggiatori colti e infaticabili scrivevano pagine memorabili sull'affascinante Città Eterna, e ne scrivevano anche sui loro incontri galanti.

In una ventola, per chi ancora non lo conoscesse, mi ha fatto piacere indicare dove si trovi il Bar PONTE TAZIO: e questo, lo so, esula dal tema! ma sia il mio "grazie" a GIUSEPPE, MANOLO e MARCO che sempre mi invitano a esporre presso di loro i miei lavori!... e va questo grazie anche a tutti i ragazzi che lavorano con loro.
GUIDO
*Alcuni cenni sulle ventole tra Cinquecento e Seicento in Italia*
Sposa di Padova, Friuli et altri luoghi vicini
"... portavano un vetolo finissimo co manico d'argeto dorato..."
[in: Cesare Vecellio, Degli Habiti Antichi, et Moderni di Diuerse Parti del Mondo fatti da Cesare Vecellio & con Discorsi da Lui dichiarati, Venezia 1590]

Moglie di mercante col ventolino
"Le Mogli de Mercanti ricchi di questa Città sogliono ornarsi tanto superbamente, che mostrano poca differenza dalle Nobili. Questo habito è di una di esse, al tempo della State, che si porta il suo ventolino di vari fogliami adorno, co'l suo manico d'auolio, d'argento ouero d'oro."
[in: Giacomo Franco, Habiti delle Donne Venetiane, Venezia 1610]

"A questo punto voglio parlare di una cosa che sebbene possa sembrare una frivolezza a diversi lettori che hanno già viaggiato in Italia [per chi non vi è mai stato] sarà una novità ... I primi ventagli che vidi in Italia, li osservai in questo tratto tra Pizzighettone e Cremona; ma dopo vidi che erano comunemente usati in molti paesi d'Italia ... li portano sia gli uomini che le donne del paese per rinfrescarsi nella stagione della calma facendosi vento [sono] cose molto eleganti e graziose; infatti consistono d'un pezzo di carta dipinta e d'un piccolo manico di legno; la carta che è incollata in cima al manico è ornata ... da entrambi i lati ... con scene amorose che invitano al gioco d'amore [o con] versi d'amore o bei motti in italiano; oppure vedute di qualche notevole città italiana con una breve descrizione di essa.
Questi ventagli hanno un prezzo minimo [anche i più belli]"
[in: Thomas Coryat, Crudezza. Viaggi in Francia e in Italia. 1608
(cito da Ventagli italiani, Mode, Costume, Arte,
Venezia 1990 - catalogo di mostra)]
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