NON ROMPETELE! - Manigoldilcartastorie

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NON ROMPETELE!

MOSTRE > 2012
 
         
Scatole di cartone & cassette   di legno salvate dall’oblio, in mostra.

  
- Bar   Ponte Tazio, Corso Sempione - Roma. 4 Ottobre, dalle ore 17.00.
  

Scatole di cartone e anche cassette di legno salvate dall’oblio. Ebbene sì!   letteralmente tolte dalla strada! o solo recuperate dentro l’armadio: oggi in   mostra molte cassette, scatole e scatoline che ho conservato gelosamente per   anni pensando “te ti trasformo io!” e le altrettante da subito adocchiate   come “te sei giusta per…!”

  
Ne è uscito un vero e proprio restyling, lavorando su questi   “supporti” secondo le mie tecniche abituali - intaglio, micro-collage,   intreccio, pieghettatura, fra le altre - adesso con l’inserimento di   materiali nuovi, come nota in più.

  
Se la carta, le carte in genere, sono il mio materiale   d’elezione! qui, perché no: perline e strass per creare effetti materici   inusuali, per impreziosire e illuminare le superfici opache, per nascondere   “cicatrici” di vecchi cartoni, anche! E inserti di pergamena (quella vera,   roba seria!) usati, soprattutto, per gioielli che ho costruito recuperando   scatolini dei campioni di profumeria, come base. E qua e là, una piastrellina   da cucina trovata durante una passeggiata abbandonata per terra vicino a un   cassonetto. Qua e là, un bottone e chiodini da modellismo. Qua e là, ancora,   un fiore di ceramica di un vecchio lampadario, trovato durante una   passeggiata anche questo - ma dentro al cassonetto! - insieme agli altri (ben   dodici fiori!) tutti abbandonati lì… troppo poetici, per non innamorarsene!   per non accoglierli nel ventre di balena che si rivela essere il mio   magazzino domestico (A restare in tema: NE HO LE SCATOLE PIENE!).

  
Un lavoro certosino: si veda la scatola che ho chiamato   “M’armo … di pazienza” - come descriverla altrimenti? O la cassetta che ho   intitolato “Sui lussi e su come sfaTarli” - almeno duemila chiodini e un   numero ben maggiore di perline, strass e fori-centro: altro che Bisanzio! Ah!   sì, a proposito, si veda anche la cassetta per i medicinali che non potevo   che chiamare “Croce rossa biZZZZZantina” (troppe zeta? troppe perle e   perline, forse!)

  
Ma soprattutto, il tutto l’ho fatto con materiali   rigorosamente “riciclati”, “recuperati”, “reinventati”, “riadattati”,   “reinterpretati”, “regalati(mi)”: a parte la colla, insomma, non un acquisto   è stato fatto per i miei restyling! Dai pezzi e pezzetti di carta o cartone -   quello ondulato, in particolar modo - che non mi decido mai a buttare “ché…   può sempre tornare utile!”, ai materiali da ricamo e a quei tanti bottoni che   conservo gelosamente, “ed era ora li usassi…!” dirà qualcuno; fino alla   pergamena che mi è stata generosamente regalata - con la sfida però che ci   facessi qualcosa! - e che si lavora benissimo e offre, a mio avviso, effetti   materici sorprendenti: lusso puro!

  
Voilà! Inutile dire le ore che possano servire per molti di   questi “ri…” e di questi “re…”: credo salti subito all’occhio! Basti pensare   che diverse scatole sono state interamente decorticate: ossia ho tolta tutta   la pellicola trasparente che, se le rendeva scintillanti nel packaging   originario, non funziona per applicarvi nuove carte… lì, infatti, la colla   non attacca!

  
È l’effetto finale quello che conta, però! … almeno per me!

  
Vedere per credere! Se piaceranno o meno, non sta a me dirlo! GUIDO

  
Grazie a tutti i presenti e   un “grazie” particolare allo staff del Bar Ponte Tazio.
  
- Una breve nota -
  

Trovo che scatole e cassette - al di là del loro utilizzo   pratico - diventino “necessità” dove custodire qualcosa di personale e   prezioso, se si presentano belle per forme, materiali e colori, se si   presentano raffinate nella manifattura.
Molti, però - che siano belle o siano solo pratiche - le gettano via.
Vero! non tutte sono seducenti da subito… Mi ha fatto piacere dunque offrire,   a queste “poverine”, un’altra veste, una nuova chance! E pensando a come   fossero veramente belle quelle che si producevano un tempo, ho desiderato,   almeno per gioco, rinnovarle (un altro “ri…”!). Con un occhio a quelle   bellissime (non so cosa potremmo immaginare del costo) sia per uso femminile   che per uomini à la page, che trovo descritte in documenti del Settecento -   tra cui diversi inventari dotali.
Leggo così di “Scatole da bauta, cappello, galanterie a due colti, da volti,   scuffie, velette, tabarini ed altro con le sue armi [il blasone familiare!]   in tutte N. undici […] Bauletti pele tigrata per le merlature con lame   imbiancate N. 2[…] Altro bauletto con arme. Cassetta di pele da riporvi   galanterie, e cose diverse. Cassette per ventole N. 9”. O ancora: “una   scatola di carton grande per scufie…” e bauletti foderati di tessuto. E poi trovo   “scatole galanti, con tabacchi gentili e senza odore”, “Scatole da tabacco   una d’oro per il Tabacco di Spagna, l’altra di Papicer [carta pesta?] rosso   di M.sù Marsian per tabacco ad uso del Paese”, una “Scatoletta d’oro con suo   cucchiajo con polvere d’Anover”, e poi “Specchio, Taccuino, Nei, Pettine,   Spille di diverse sorti, Cordelle, Azze, Seta di varj colori, il tutto in due   piccole Cassettine” e “Ochiale da teatro con sua custodia di Tartaruca ed   oro”. Dono del delfino di Francia alla sorella è “un nécessaire, vale a dire   una cassetta quadrata nella quale stanno delle tazze di porcellana e tutto   ciò che serve per prendere cioccolata, caffè e tè”. Un Dizionario di arti e   mestieri dello stesso secolo riporta che il guainajo è chi fa fodere e   scatole e cassette per riporvi pistole, cannocchiali e altro ancora.
Non ricordo in quale romanzo, infine, l’immagine di una scatola dove erano   riposte le lettere dell’amante, annodate da un nastro di velluto! cosa di   più?
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